di Barbara Amoroso Donatti
Pejo o Peio? Il marketing dice Pejo ed è così che uno dei 13 paesi della Val di Sole in Trentino, ha assunto un tono esotico grazie a una lettera. Il nome Pejo l’avrete visto almeno una volta sulle vostre tavole troneggiare sulle bottiglie d’acqua provenienti dalla zona omonima. Un’acqua rinomata per la sua ricchezza di ferro e che ancora è possibile assaggiare presso la struttura termale a Pejo Fonti, nelle sue varianti più o meno concentrate. Per gli enopalati, il richiamo alle note ematiche di questa acqua ad alcuni vini, vi lascerà di stucco.
Lasciando le terme dove è possibile o fare i fanghi e terapie o un percorso Spa, si sale a Pejo paese, dove il tempo si è cristallizzato. Qui solo piccole botteghe che vi vendono dal pane ai calzini, le tipiche case in legno con la struttura storica a 3 livelli (stalla, abitazione e fienili), 2 alberghi, un cimitero della prima Guerra Mondiale e un museo sulle streghe. Alle 7 suonano le campane, accompagnate ogni mattina dalla voce del cane del paese. È ora di alzarsi! Qui a letto presto e sveglia presto: la montagna va rispettata, i ritmi imposti dalla società moderna si scontrano con le condizioni ambientali. Valli di una bellezza che lascia senza fiato, freddo e strade strette e impervie.

Qualche cervo vi attraverserà la strada prima o poi, facendovi sentire Alice nel paese delle meraviglie. Per dormire o Hotel Centrale o Albergo San Rocco. Il primo è anche ristorante, il secondo solo B&B la maggior parte dell’anno. Tipici entrambi, il secondo con un particolare sensibilità per il vino…
Qui si conoscono tutti: chiacchierando con 2 o 3 persone del luogo, scoprirete parentele ovunque.
Neve qui non manca: con il cambiamento climatico il Passo del Tonale (a circa 40 minuti di macchina) e Pejo hanno scalato le classifiche delle mete di sciatori e surfisti della neve. A Pejo le piste non sono numerose, ma la discesa dai 3000 metri vale il viaggio.
Quando andate a Pejo non saltata il caseificio turnario, dove troverete formaggi da latte crudo prodotti con il latte delle malghe limitrofe. Profumi di fieno, fiori, erbe rimangono incastonati nella pasta di questi prodotti. Da assaggiare uno ad uno con un calice di Sauvignon Blanc o Chardonnay. Chiedete di Ilaria, appassionata del suo lavoro, vi racconterà la storia di questa struttura a rischio estinzione: è presidio Slow Food ma le numerose onerose analisi imposte alle produzioni a base di latte crudo, ne stanno mettendo a repentaglio la sopravvivenza. Andate e comprate dallo yogurt al burro (questo da ordinare 2 giorni prima almeno).

Per accompagnare i formaggi potreste anche provare la Birra Pejo: un micro stabilimento vicino a quello dell’acqua Pejo, da cui prende la sua base. Doppia fermentazione, non filtrata, prodotto con tecnologie ispirate all’enologia grazie a un’enologa e un enotecnico che hanno firmato le 6 birre dai gusti variegati. Da assaggiare tutte. Divertente e molto da La La Girls quella al lampone: al naso frutti rossi, in bocca la freschezza della birra, con basso impatti di anidride carbonica, persistente equilibrata, da bere da sola o per aperitivo o pasteggiando. Oppure provate quella di 9 %: scura e con note di liquirizia pura, densa e corposa.
Portatevi via anche i canederli: sottovuoto potete trasportarli e conservarli fino a 10 gg.
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