Enoblogger e Italian Wines firmano Prima Domus

di Barbara Amoroso Donatti

Il vino ci ha convinte: niente di rotondo e ruffiano. Corpo centrale, fresco, elegante e con carattere. Curiosità a parte, sono stati soldi ben spesi (i miei per comprare la loro bottiglia). Un anno fa lo avevano annunciato durante l’intervista per Mediaddress ‘Giornalisti vs Influencer’. Enoblogger e Italian Wines, al secolo Emanuele Trono e Stefano Quaglierini, lo hanno fatto: sono passati dallo smartphone alla vigna. 220.000 follower solo su Instagram in 2, allenati a raccontare i vini degli altri, oggi raccontano il loro, Prima Domus, un Toscana Rosso IGT che si è già affacciato su Time Square a New York. Ora che devono parlare del loro prodotto, abbiamo chiesto a Emanuele Trono come stanno capitalizzando la loro esperienza da content creator e se c’è qualcosa che non si aspettavano di scoprire.

Prima Domus, il vino prodotto da Enoblogger e Italian Wines

Perché avete scelto di passare “dall’altra parte“? 

“Era un sogno che avevamo nel cassetto sia io che Stefano quello di fare un nostro vino. In questi anni ci siamo trovati molto bene a lavorare insieme e siamo convinti del valore di una visione comune e dell’unire le forze”.

Il fatto che Stefano sia un Enologo quanto ha inciso nella vostra decisione e quanto incide la sua consulenza nel vino che producete?

“Ha aiutato tanto ed è stato uno dei motivi che ci ha spinti a realizzare Prima Domus. La sua consulenza incide assolutamente perché abbiamo in gestione dei vigneti e ci occupiamo di tutto il ciclo produttivo”.

Che cosa avete scoperto nel ruolo di chi ha la necessità di promuoversi e farsi conoscere?

“La parte di promozione sta andando molto bene, i nostri canali social all’inizio ci hanno dato una grandissima mano, siamo molto contenti. Eppure ci stiamo sorprendendo ogni giorno del feedback sul prodotto perché piace tantissimo. È tutto nuovo ma con molta calma e tranquillità stiamo cercando di arrivare nei posti giusti nel modo giusto, facendo un lavoro di posizionamento alto perché abbiamo poche bottiglie”.

Che cosa volete che trasmetta il vostro vino?

“L’etichetta del nostro vino rappresenta il coraggio, una sfida per due ragazzi giovani che decidono di fare un passo importante. Prima Domus rappresenta il credere nei propri sogni, nella propria visione, andare avanti con qualcosa di qualità. Per noi è necessario trasmettere l’idea che c’è dietro. Prima Domus è un vino dinamico, fresco con una grandissima beva senza rinunciare a una carezza per il palato, con un ingresso di bocca ammaliante”.

Adesso che state sperimentando l’altro “lato della forza”, consigliereste  qualcosa di diverso ai piccoli/medi produttori per farsi conoscere?

“Stiamo vedendo che la parte di comunicazione e di contatti che abbiamo costruito in questi anni è fondamentale. La regola del ‘marciapiede’, ovvero di andare in giro a bussare, fa ancora la differenza. Le cose non possono girare solo perché ci pensa un distributore o un importatore. Se ci metti la faccia, come tutte le cose, acceleri il processo. È fondamentale farsi conoscere in presenza e girare, girare, girare…”

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