Fake news sul cibo: cinque verità svelate dai tecnologi alimentari

Durante un workshop organizzato dall’Ordine Nazionale dei Tecnologi Alimentari (OTAN), è emersa l’importanza della figura del tecnologo alimentare come custode della qualità, sicurezza e sostenibilità degli alimenti, dal campo alla tavola. L’evento ha messo in luce la verità scientifica su diversi argomenti legati al cibo, sfidando le fake news che spesso confondono i consumatori. Il presidente dell’OTAN, Laura Mongiello, ha sottolineato la necessità di non limitarsi a combattere singole notizie false, ma di affrontare il sistema che le genera e le diffonde.

In un periodo in cui le fake news proliferano, la disinformazione alimentare non rappresenta solo un problema di percezione, ma una seria minaccia per la salute pubblica. Secondo uno studio Coop-Nomisma, il 42% degli italiani ha intrapreso una dieta basata su informazioni errate, mentre solo il 22% si affida a professionisti del settore come medici e nutrizionisti. Con il 75% della popolazione in difficoltà nel distinguere tra notizie vere e false, soprattutto sui social media, il lavoro di chiarificazione dei tecnologi alimentari risulta cruciale.

Durante il workshop “Tecnicamente Falso”, i tecnologi hanno affrontato alcune delle bufale più comuni riguardanti la qualità degli alimenti.

1. LE MATERIE PRIME ITALIANE SONO SEMPRE MIGLIORI DI QUELLE ESTERE: FALSO

Tra le falsità smontate, si è parlato della convinzione che le materie prime italiane siano sempre superiori a quelle estere. In realtà, la qualità non dipende dall’origine, ma dai rigorosi controlli igienico-sanitari.

Risponde a questo falso mito Serena Pironi: “L’origine delle materie prime non deve essere confusa con la qualità e con la sicurezza igienico sanitaria. I cambiamenti climatici mettono a rischio le colture comportando, oltre alla scarsità produttiva che ci obbliga all’importazione, alla possibile presenza dei cosiddetti “pericoli chimici” quali, a titolo di esempio, le tossine prodotte da muffe causate da piogge eccessive (il DON nel grano). Alcuni alimenti cari alle nostre tavole sono frutto di ingredienti di cui il nostro paese non è autosufficiente soprattutto qualora le annate risultino avverse, come quelle dell’ultimo decennio (semola di grano duro, funghi, talune erbe aromatiche, patate, solo per citarne alcuni)”.

2. GLI ALIMENTI CONFEZIONATI SONO MENO GENUINI DI QUELLI FATTI IN CASA: FALSO

Anche il mito che il cibo confezionato sia meno genuino di quello fatto in casa è stato smentito: i prodotti confezionati devono seguire severe normative di sicurezza.

Ne parla Laura Mongiello, Presidente OTAN: “Il concetto di “cibo genuino” non è un qualcosa di vago, ma, nel caso dei prodotti confezionati, implica dal punto di vista legale e normativo che l’alimento sia autentico, non adulterato, sicuro per la salute umana e conforme alle norme di etichettatura e trasparenza, oltre che agli standard di qualità previsti. Per arrivare a questo risultato, le aziende produttrici devono rispettare norme precise che riguardano anche la formazione degli operatori, e sono sottoposte a controlli rigorosi. Questo quadro, che interessa la produzione industriale a garanzia della sicurezza e della salute dei consumatori, non trova riscontro in alcun obbligo a livello domestico: in casa non ci sono regole né leggi da rispettare e la sicurezza è lasciata solo alla competenza e alla responsabilità di chi prepara il cibo, peraltro senza che abbia in genere una formazione specifica”.   

3. I GELATI E SURGELATI CONTENGONO POCHI CONSERVANTI: FALSO

Altri falsi miti riguardano i conservanti nei gelati, dove il freddo è l’unico metodo di conservazione ammesso.

A tal riguardo si è espressa Maria Manuela Russo, Vicepresidente OTAN: “Gelati e surgelati di conservanti non ne contengono proprio. Pochi lo sanno, ma aggiungere conservanti a gelati e surgelati è vietato: il freddo è il solo conservante ammesso. È importante poi sottolineare che le tecniche di conservazione degli alimenti sono state oggetto di importanti progressi negli ultimi decenni, sia per migliorarne l’efficacia e prolungare la shelf life (a garanzia anche di un minore spreco), sia per mantenere al meglio le caratteristiche nutrizionali e sensoriali dei prodotti, garantendone la massima sicurezza”.

4. GLI ALIMENTI OTTENUTI SENZA ADDITIVI SONO PIÙ SANI: FALSO

Anche la credenza che gli alimenti senza additivi siano più sani è una fake news.

In realtà, gli additivi approvati sono sottoposti a rigorosi controlli e alcuni, come l’acido citrico, sono comunemente usati anche in cucina come spiega Dario Posillipo: “L’uso degli additivi è normato rigidamente a livello europeo: esiste una lista precisa delle sostanze ammesse e in questa lista sono inclusi solo gli additivi che hanno superato una quantità di verifiche per accertarne la sicurezza per il consumo umano. La lista degli additivi permessi è peraltro sottoposta a continuo controllo e verifica da parte dell’Efsa (l’agenzia europea per la sicurezza alimentare). Nonostante questo, permane un senso di diffusa diffidenza verso l’impiego di additivi, dimenticando che in realtà molti additivi si usano comunemente anche in cucina. Per esempio, il succo di limone è utilizzato come antiossidante per il suo contenuto di acido ascorbico e citrico, che sono usati con lo stesso scopo anche dall’industria”.

5. NELLE MENSE SCOLASTICHE SI UTILIZZANO GENERALMENTE INGREDIENTI DI BASSA QUALITÀ: FALSO

Infine, la qualità del cibo nelle mense scolastiche è garantita da specifici requisiti concordati con le autorità locali, contrariamente a quanto creduto da molti genitori.

A tal proposito risponde Corrado Giannone: “I requisiti di qualità dei prodotti serviti nelle mense scolastiche non sono decisi liberamente da chi eroga il servizio, ma sono concordati con il Comune sulla base di un capitolato di fornitura che specifica dettagliatamente le caratteristiche degli alimenti e il modo in cui vengono lavorati e serviti”.  

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Questo articolo è stato scritto da esseri umani

Le immagini sono state prodotte dall’AI