I vini rossi per le feste consigliati da La La Wine

Photo by Scott Warman on Unsplash

Quale vino rosso stappare per le feste? Ecco la nostra La La Selection, chiara semplice e con abbinamenti da comuni mortali (le cipolle fritte vi piacciono? E le lasagne alla bolognese) senza dimenticare qualche bottiglia da stappare anche durante l’happy hour senza fronzoli e contorni. In redazione il dictat è uno: stappare, stappare bene, stappate buono e soprattutto brindare con chi ci fa stare bene.

Serrapetrona Doc Robbione 2013 – Terre di Serrapetrona

Vernaccia nera in purezza da uve appassite, un rosso che evolve due anni in acciaio e altri due anni in botti di legno, seguiti da un ulteriore anno di affinamento in bottiglia. Rubino profondo impenetrabile. Il naso è un trionfo di frutti neri in confettura, ciliegia sotto spirito e spezie. Il sorso è potente, strutturato, ma avvolgente e rotondo. Chiude in freschezza ed eleganza. L’abbiamo scoperto durante l’Italian Taste Summit: tra i nostri preferiti del 2021!

Abbinamento: noi l’abbiamo provato col brasato di ossobuchi alle castagne.

Serrapetrona DOC Robbione 2013 – Terre di Serrapetrona

Cerasuolo di Vittoria Classico Docg Sabuci – Azienda Agricola Cortese

Rubino pieno. Naso seducente di piccoli frutti rossi, marasche e spezie dolci, come vaniglia, cacao e tabacco. Il sorso è avvolgente, succoso e piacevolissimo, con bella concentrazione e struttura, tannino setoso. Ottima la persistenza. Uve fermentate separatamente, il Nero d’Avola in barrique aperte con frequenti follature, mentre il Frappato in anfore di terracotta da 7 hl. Successivamente assemblati e affinati per sei mesi in barrique e botti di varie misure.

Abbinamento: filetto al pepe verde, se abbassato di qualche grado sostiene molto bene la zuppa di pesce.

Cerasuolo di Vittoria Classico Docg Sabuci – Azienda Agricola Cortese

Terre di Pisa Doc Gatta Ci Cova 2019 – Le Palaie 

Rubino luminoso. Bouquet intenso ed elegante, che sia apre su profumi di rosa canina, frutta rossa (ribes nero, mirtillo) lievi soffi balsamici e arance sanguinella. Al gusto si dimostra un vino di carattere, intenso ed equilibrato, con chiusura di macchia mediterranea. Nasce da Sangiovese e Merlot coltivati in zona “Poggio al Vento” in percentuale 50/50%. Affinamento in acciaio per circa 5 mesi.

Abbinamento: bistecca alla fiorentina per restare in regione, porceddo sardo al mirto per un gemellaggio tosco-sardo.

Gatta Ci Cova Terre di Pisa Doc 2019 – Le Palaie 

Amarone della Valpolicella Riserva DOCG 2013 – Il Brolo dei Giusti

Rubino luminoso. Subito al naso profumi di rose e viole in pot-pourri, poi ribes e mirtillo macerati su trama delicatamente speziata. La bocca è piena e suadente con ritorni di frutta macerata e spezie, perfettamente integrate alla freschezza e alla sapidità. Tannini rotondi, finale elegante. Dall’80% di Corvina Veronese, 10% Corvinone e 10% Rondinella.

Abbinamento: un vino di grande personalità, che potete abbinare a piatti dal gusto intenso, come l’oca in umido e il brasato di cervo, ma anche da solo come rosso da meditazione.

Amarone della Valpolicella Riserva DOCG 2013  Il Brolo dei Giusti

Chianti Classico Docg 2016 Gran Selezione Paronza – Casale dello Sparviero 

Tendente al granato. Un bellissimo esempio di come la Gran Selezione del Chianti Classico possa dare vini di grande carattere e complessità. Certamente un vino che si concede poco per volta, calice dopo calice su note speziate (tabacco, vaniglia, cuoio) e di frutta macerata, che ha bisogno di tempo per esprimersi, ma che ripaga completamente per struttura e potenza. Il sorso è intenso, strutturato con buona persistenza. Il vino prende il nome da uno dei vigneti storici dell’azienda situato nella collina di Paronza, a Castellina in Chianti. 18 mesi in barrique di rovere francese, 6 mesi in botte da 50 hl in rovere di Slavonia, almeno 1 anno di affinamento in bottiglia.

Abbinamento: selvaggina e formaggi stagionati. Da provare con lo stinco di maiale glassato.

Chianti Classico Docg Gran Selezione Paronza – Casale dello Sparviero 

Siresol 2016 Rosso Veneto Igt – Jako Wine

Rosso granato intenso e lucente. Bouquet di viola, confettura di more e sbuffi di spezie dolci. Corposo e pieno, struttura potente e rotonda, con acidità e tannini ben integrati. Da uve corvina, rondinella, oseleta, croatina e cabernet, che appassiscono in modo tradizionale per circa 60 giorni. Il vino affina per due anni in botte da 50 hl e barrique.

Abbinamento: guancia di vitello brasata.

Siresol 2016 Rosso Veneto Igt – Jako Wine

Romagna Sangiovese Superiore Doc “I Quattro Bastioni”– Poggio della Dogana

Color rubino. Intensi profumi di lamponi, arance rosse e piacevoli profumi di spezie. Il sorso ha una beva pazzesca, segnato da buona freschezza e tannini croccanti. Una curiosità: il nome è un omaggio agli imponenti blocchi di difesa di Sant’Andrea, S. Martino, Santa Reparata e Santa Maria, voluti da Cosimo I e posti ai quattro angoli della cinta muraria, che racchiude la cittadella di Castrocaro Terme.

Abbinamento: da provare con le lasagne alla bolognese (quelle vere, eh!).

I Quattro Bastioni Romagna Sangiovese Superiore Doc – Poggio della Dogana

Pinot Nero Riserva Mazon 2019 – Hofstatter

Rubino acceso dal sottile orlo granato. Si esprime con un crescendo di noce moscata, lieve cannella, assieme a toni fruttati di ciliegia e lamponi. Denso e avvolgente il sorso, con freschezza bilanciata e tannini già piuttosto integrati. Questo Pinot Nero nasce dall’altopiano Mazon, segnato da terreni ricchi d’argilla, calcare e porfido, con buona escursione giorno-notte mitigata dalle brezze mattutine. Affina prima in piccole botti per 12 mesi, in seguito – dopo l’assemblaggio – in botti grandi di rovere per 6 mesi. Riposa un anno in bottiglia.

Abbinamento: splendido con i brasati, meraviglioso con la cacciagione. Ve lo consigliamo col cervo in umido accompagnato da una salsa ai mirtilli.

Pinot Nero Riserva Mazon Hofstatter 2019

Parvus Piculit Neri 2018 – Ronco Margherita

Una piccola, grande chicca, questo Parvus da uve di Piculit Neri, un vitigno autoctono raro, tipico dell’area pedemontana Pordenonese, che abbiamo scoperto durante l’ITS 2021. Rubino impenetrabile. Al naso emergono profumi di piccoli frutti rossi, sottobosco e spezie. Colpisce la trama tannica al sorso, d’impatto ma piacevolissima, riequilibrata da una buona struttura. Buona la lunghezza.

Abbinamento: ideale con le carni, si presta ad abbinamenti trasversali anche coi risotti. Da provarlo con quello all’Isola della Scala per un gemellaggio veneto-friulano.

Parvus Piculit Neri 2018 – Ronco Margherita

Chianti Classico Docg 2018 Gran Selezione “Il Picchio” – Castello di Querceto

Nato nel 1988 come Chianti Classico Riserva, Il Picchio diventa nel 2011 Gran Selezione. Il vigneto in cui matura ha sottosuolo ricco di argilla, calcare e microelementi e un’ottima escursione termica giorno-notte. Affina barrique e tonneaux di Tronçais ed Allier per 12 mesi. Al naso aromi di ciliegia, tabacco e un tocco salino. Sangiovese con piccola percentuale di Colorino, è adatto ai tradizionalisti del Sangiovese toscano: i 30 mesi di affinamento non ne piegano la ruvidezza. Vino corposo, complesso, fresco.

Abbinamento: piatti succulenti, carni rosse, che virino al dolce. Lo abbiamo provato con cipolle fritte fatte in casa, un food pairing semplice e armonico. Dolcezza e freschezza si prendono per mano.

Chianti Classico Docg 2018 Gran Selezione “Il Picchio” – Castello di Querceto

Chianti Colli Fiorentini Riserva Docg Terre di Cino – Torre a Cona

Solo 3.000 bottiglie per il 2018 di Terre di Cino. Affinate in botte grande per 24 mesi, è la loro eleganza che colpisce. Rosso rubino, al naso frutti rossi, note di cuoio, tabacco e speziatura, senza guizzi “scortesi” al palato, ideale per gli anti “puristi” del sangiovese che ne avranno con lui un incontro più soft ma di personalità.

Abbinamento: primi piatti al pomodoro, magari una matriciana o un lasagna. Ma anche da solo, che per noi è il plus dei plus.

Chianti Colli Fiorentini Riserva Docg Terre di Cino – Torre a Cona

Bolgheri Doc 2019 Agapanto – Podere Conca

Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Ciliegiolo, 12 mesi in tonneaux e barriques di secondo passaggio e minimo 6 mesi in bottiglia. A Bolgheri è difficile sbagliare a stappare, ma Agapanto si prende il suo spazio autonomo per brillare. Il Ciliegiolo è una scelta che rende più terreno questo vino dalla denominazione ambiziosa, ma soprattutto lo ingentilisce ai sensi: frutti rossi al naso, dinamico in bocca, avvolgente fino alla fine.

Abbinamento: da solo, se volete fargli onore. Ma le carni le accompagna tutte, evitate però le cotture alla griglia se non volete vanificare il vostro vino rosso.

Bolgheri Doc 2019 Agapanto – Podere Conca

Nizza Docg 2019 Tre Roveri – Pico Maccario

Non è affatto un vino facile il Nizza, eppure questo firmato Pico Maccario sedurrà anche i più resistenti alla ruvidezza della Barbera d’Asti: qui di ruvido non c’è nulla. Acciaio e rovere per levigare ogni spigolo, e il risultato finale è un vino fresco, piacevole con frutti rossi in testa e una speziatura non invadente verso la fine. Il colore? Rosso rubino intenso, non potete sbagliarvi. E il Plus? Un packaging a forma di matita: l’azienda è nota per le sue vigne costellate di matite colorate giganti.

Abbinamento: la finanziera, senza se e senza ma. Se non siete cosi audaci o non avete un’osteria piemontese a tiro, formaggi stagionati ed erborianati.

Nizza Docg 2019 Tre Roveri – Pico Maccario