Vini naturali, cosa sono e come sono? Ce lo racconta Elisa Nardi che per La La Wine è andata a degustare alcune etichette durante il Mercato dei Vini dei vignaioli indipendenti Fivi 2022. Ecco la sua selezione.
I vini naturali sono vini realizzati in primo luogo in vigna. Solitamente sotto il nome di “vini secondo natura” si racchiudono i vini per cui si applicano metodi di coltivazione da agricoltura biologica o biodinamica con la logica di escludere il più possibile trattamenti chimici in vigna: si applicano processi di vinificazione senza l’impiego di mezzi, apparecchiature o sostanze atte ad alterare la natura del vino stesso.
Quella 2022 è stata l’undicesima edizione del Mercato FIVI – Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, un evento che accomuna i piccoli vignaioli che imbottigliano solo uve di propria coltivazione e che esulano dall’inquadramento dei disciplinari (DOC, DOCG e IGT).
I numeri del Mercato FIVI 2022 (26- 27-28 novembre):
- 24.000 ingressi
- 840 banchi di assaggio
Focus della degustazione per La La Wine: sperimentare regioni e vitigni meno conosciuti.
Vini Bergamini: famosi per le loro vigne circolari attraverso cui hanno svolto diversi esperimenti, la particolarità è la locazione a Colà di Lazise, un territorio vocato al vino per la colline moreniche e dove si risente dei venti del vicino lago di Garda. Degno di nota l’assaggio di Pagus Claudiensum 2021, vino bianco da antichi vigneti di Dorona Veneziana. Un vino vinificato in rosso, processo che fa sì che si mantengono tutti i profumi e gli aromi grazie al contatto con le bucce. Un vino ricco al naso e strutturato in bocca, un assaggio che diventa un’esperienza sensoriale unica se lo si degusta direttamente dal decanter cogliendone le sfumature.
Altro assaggio interessante quello di Tenuta Sant ‘Aquilina un’azienda nel cuore più verde di Rimini che produce bollicine: il Pas Dosè di 36 mesi e il Rosè Extra Brut che colpisce per eleganza e finezza.
Degni di nota anche i Metodi Classici di Torre degli Alberi della zona dell’Oltrepò Pavese tra cui ho selezionato il Pàs Dosè e il Riserva da pinot nero, un vitigno che nella spumantizzazione dà il massimo della sua espressione, regalando un vino raffinato.
Se andiamo alla scoperta dell’Emilia, nella zona del Piacentino, abbiamo scoperto i vini di Monteverdi, vitigni a bacca bianca caratteristici che prendono il nome dalle costellazioni. Da segnalare gli assaggi da vitigni Ortugo dedicato a Alcyone e la Malvasia dedicata ad Elettra. Interessante l’assaggio di Aurus, un blend di Cabernet con un’etichetta dedicata a Maria Cosway, personalità influente nella diffusione della cultura nell’universo femminile.
Saliamo più a nord, nelle Langhe, dove il Nebbiolo e il Barolo della Cantina Sobrero sono risultati assaggi stimolanti. Abbiamo infatti avuto l’occasione di confrontare altitudini e suoli diversi degustando 4 vini derivanti dai loro 6 Cru di Barolo: Pernanno, Villero, Ornato, Piantà, Valentino e Amellea.
Nel mondo delle bollicine ricordiamo con piacevole sorpresa due cantine:
la prima in Valdobbiadene dove si produce il Prosecco di BAZZO, un prosecco dal grande naso e con un sorso secco e piacevole.
La seconda cantina, Vitale, è sorprendente perché può essere considerata un esempio di vignaioli che rispettano la territorialità attraverso l’adattamento dell’impianto delle vigne all’esposizione. Qui producono un’eccellente Metodo Ancestrale della zona collinare del Prosecco.
Altro assaggio, Zyme, un connubio di tradizione e innovazione nella Valpolicella Classica. Etichette creative e innovative, tra cui l’originalissima Harlequine, un blend di 11 uve a bacca rossa e 4 bianche, prodotto con metodo di appassimento e affinato attraverso due passaggi, uno in barrique nuova e il secondo in barrique di secondo e terzo passaggio. Un vino prodotto solo nelle annate speciali, un vino mai uguale a se stesso.
Da annoverare tra i vini naturali del sud, Rapino: siamo in riva al mare in Abruzzo, a Francavilla, un piccolo paesino limitrofo a Pescara. Un’idea di vini in purezza, biologici, secondo tecniche tradizionali, unite al rispetto per l’ambiente che rende i loro vini originali, schietti e sinceri. Un Pecorino che si esprime nella sua migliore forma e in tutte sue note gusto-olfattive e un Cerasuolo che rappresenta la più pura espressione di questo vitigno.
Per la serie piccole e nuove realtà, vi raccontiamo di un’azienda familiare nata nel 2012 che ha trasformato una passione in un lavoro, Tenuta Maule, che dà valore alle meravigliose terre di Selva e Gambellara attraverso vini che esprimono a pieno il territorio e mantengono intatte le caratteristiche organolettiche grazie ad innovative tecniche come la criomacerazione. Amabili e di grande finezza i loro vini da pinot bianco sia nella versione ferma che in quella spumantizzata.
Un sogno che si realizza quello Alessandro Sala di Nove Lune: produrre un vino nel totale rispetto dell’ambiente senza l’utilizzo di alcun trattamento chimico in vigna. Questo è possibile grazie alla coltivazione di vitigni PIWI, specie resistenti a molte malattie funghine. Il loro Orange Wine Rukh, ne è una delle massime espressioni: prodotto da uve di bronner e di johanniter, ha grande struttura, un sorso sapido dal finale tannico e amaricante, caratteristiche date dalla lunga macerazione sulle bucce e dal successivo affinamento in anfora.
Per finire vi portiamo in un angolo della Puglia dove abbiamo riscoperto il Primitivo e le sue mille anime grazie ai vini di Pietraventosa. Siamo a Gioia del Colle dove si coltiva con amore immenso per la terra e rese bassissime il nobile Primitivo di Gioia del Colle. Due sono le etichette che rappresentano il cuore dell’azienda: Allegoria, simbolo del bere bene che si esprime con un anima morbida e avvolgente, e Volere Volare un anima frizzante e energica da bere con leggerezza, senza pensieri.